Animatori
L’animatore non è solo, l’animatore fa parte di un gruppo: l’equipe degli animatori
Scegliere d’essere animatore è una decisione di valore, vuol dire prima di tutto confrontarsi con se stessi e con alcuni concetti indispensabili che caratterizzano il modo con cui si vive quest’esperienza; vuol dire imparare e lasciarsi cambiare per saper svolgere in maniera adeguata il proprio servizio
L’animatore è colui che mette a disposizione le proprie capacità per organizzare attività per bambini e i ragazzi, “animando e condividendo” il tempo libero di chi partecipa ad iniziative promosse da oratorio, centro giovanile e parrocchia, promuovendo una cultura dello stare assieme secondo i valori cristiani e lo stile salesiano.
L’animatore, ponendosi come finalità principale l’attenzione ai bambini ed ai ragazzi, svolge uno splendido servizio EDUCATIVO.
E come tutti gli educatori deve avere in testa alcune semplici regole che gli permettono di essere riconosciuto come affidabile e coerente con i valori che contraddistinguono il contesto nel quale è inserito.
Questione di stile!
Un buon animatore non può non essere che un buon talent scout: un attento osservatore e ascoltatore, in grado di far emergere le abilità (relazionali, cognitive, affettive…) dei ragazzi.
Perché fare l’animatore?
Fare l’animatore non è un obbligo, ma una scelta. Si può decidere di fare l’animatore per tanti motivi: lo fa il mio amico, c’è il mio ragazzo o la mia ragazza, mi piace stare con i bambini, comincio a sentirmi utile nell’oratorio e ho voglia di essere protagonista, mi realizza…
Spesso è vero che, le cose più belle e più grandi della vita, incominciano per gioco, quasi per caso, senza pensarci su tanto…
Il servizio educativo però, richiede un forte fondamento motivazionale, che deve essere scoperto e conosciuto: «Perché ho deciso di…? Quali motivi ho per…?».
Alla base di tutto deve starci l’intuizione di una scoperta e un’esperienza da comunicare agli altri: c’è qualcosa di più grande nella mia vita, che le dona senso, freschezza e verità. Ho scoperto un germoglio di vita e non lo mollo, voglio anzi, comunicarlo ad altri. È il baricentro: Dio, con il suo volto così umano, Gesù Cristo.
Come si prepara l’animatore?
Essere animatore vuol dire partecipare con serietà agli incontri formativi; vuol dire confrontarsi con i/il responsabile/i e gli altri animatori in maniera costruttiva, nella consapevolezza che lo scambio di opinioni ed esperienze sono anch’essi necessari per migliorarsi.
Diventa importante, quindi, assicurare la presenza a questi incontri e portare fino in fondo l’impegno preso.
L’animatore non è perfetto, ma una persona in CAMMINO; deve prendere coscienza che oltre ad animare ed educare un gruppo di ragazzi educa in primo luogo se stesso. In questo cammino non si è soli; grazie al sostegno e all’aiuto dei don, dei responsabili, degli animatori più grandi si vive un’esperienza propria di gruppo e momenti di formazione personale costante.
Per noi qui a Sambe la formazione inizia a settembre e finisce a maggio con un cammino di Scuola Animatori Locale oppure di Scuola Animatori MGS (Movimento Giovanile Salesiano)
L’animatore non è solo, l’animatore fa parte di un gruppo: l’equipe degli animatori.
In un’équipe è importantissima la suddivisione dei compiti, per dividersi il lavoro e far sì che non ci sia chi fa tutto e chi nulla o per evitare il problema del “faccio tutto io”.
Tutti gli animatori, insieme anche ai responsabili e ai don, formano un’équipe.
A tutti viene chiesto di collaborare! La COLLABORAZIONE è l’unica strategia che permette ad un gruppo di funzionare e di crescere.
È importante formare un GRUPPO compatto e unito, nelle decisioni, nelle sconfitte.